KERYGMA
  Documenti e insegnamenti
 

 

 
Il nome Kerygma
 
Agli inizi del Cristianesimo e quindi, della vita della Chiesa, si soleva battezzare i convertiti, coloro che avevano ricevuto l’annuncio del Vangelo. Oggi le cose sono cambiate. 

La parola d’ordine che suona come un imperativo urgente è: convertire i battezzati, ri-evangelizzare i cristiani e portarli a sperimentare nella loro vita una nuova Pentecoste o effusione di Grazia. Se nei primi secoli, la Chiesa si caratterizzava per la sua missione di evangelizzare annunciando la Buona Novella del Regno nel mondo allora conosciuto, oggi la stessa Chiesa ha bisogno del Kerygma, parola greca che significa annuncio, affinché il suo messaggio non sia una fredda dottrina ma un’esperienza vissuta del Risorto. 

Oggi, più che mai è urgentissimo evangelizzare, quindi annunciare, poi battezzare. Non bisogna ripetere l’errore come nei secoli passati di battezzare senza evangelizzare.

Nella Chiesa ci sono differenti ministeri: Apostoli, Profeti, Evangelizzatori, Pastori e Maestri: Ef. 4,11. C’è una distinzione chiara tra gli evangelizzatori che annunciano il Vangelo e i maestri, coloro che solidificano la fede dei convertiti. Lo scopo è quello di puntare l’obiettivo verso coloro che evangelizzano, affinché siano riempiti dall’alto, e che allo stesso tempo siano anche sostenuti dalla nostra preghiera nella loro continua formazione permanente, che deve nascere dal desiderio di servire il Regno di Dio ed esserne il portavoce visibile nella Sua Chiesa.
 

Ma che cos’è realmente il Kerygma?
 
Il termine kerygma, come abbiamo già accennato prima, deriva dal greco e significa "annuncio". Quando si usa questa parola si fa riferimento in genere alla predicazione dei primi apostoli di cui possiamo trovare degli esempi sia negli Atti degli Apostoli che nelle varie Lettere Paoline. La cosiddetta "nuova evangelizzazione" si basa sull'annuncio kerigmatico di Gesù Cristo, cioè, sullo stesso tipo di annuncio che caratterizzò la primitiva predicazione apostolica e grazie al quale si è sviluppata la Chiesa .

Il primo esempio di kerygma lo troviamo in Atti 2,22, è il discorso di Pietro alla folla il giorno di Pentecoste subito dopo la discesa dello Spirito Santo:" Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete - , dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere".....

Cosa successe dopo che i presenti ebbero udito questo annuncio? 
"All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli:"Che cosa dobbiamo fare, fratelli?". E Pietro disse:"pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.....Allora quelli che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone".

Anche Paolo, baserà sul kerygma il suo annuncio apostolico, leggiamo in 1Cor 2,2: "Anch'io o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso..."

Il cuore dell’annuncio Kerygmatico consiste nella nuda proclamazione della morte e risurrezione di Gesù Cristo secondo le scritture, fatta sotto l’azione dello Spirito Santo che ne è stato il veritiero testimone. Affinché il Kerygma sia efficace, e possa trafiggere gli ascoltatori suscitandone la fede, non deve essere basato su discorsi persuasivi o propagandistici di una sapienza o dottrina, ma si basa sulla manifestazione dello Spirito Santo e della Sua Potenza. (1 Cor. 2,4)

Il primo annuncio apostolico non si basava su degli insegnamenti umani alla maniera scolastica, o concetti teologici, per dimostrare la verità storica e l’esistenza di Gesù Cristo. Il Kerygma era basato nella pura trasmissione di “un’esperienza” realmente vissuta. Per Paolo “conoscere Cristo” significa sperimentare la potenza della Sua risurrezione, partecipare alle Sua sofferenze, significa possederlo. (Fil. 3,10).

Ma allora da dove viene la potenza che l’annuncio ha di generare la fede in una persona, visto che ciò non deriva da nessuna dimostrazione storica o alcuna prova umana?

L’evento storico ha una modalità diversa, più forte e immediata per spiegare l’evento più di quanto avviene nella dimostrazione storica del fatto o evento. Ma tutto questo è presente nell’annuncio e si rivela, nelle parole che lo narrano, aprendosi la strada e imponendosi da solo nel cuore di chi lo riceve. La sua storicità diventa realtà quando gli occhi sono pronti a vedere e gli orecchi pronti ad ascoltare
Avviene come nella creazione. Dio, dice un autore: non creò le cose e poi se ne andò; ma venute da lui, le cose restano in lui e lui nelle cose. E' per questo che le creature parlano di lui, che "i cieli narrano la  gloria di Dio" e che "della sua gloria è piena la terra". 

Cristo risorto non ci ha consegnato questo tesoro di parole per poi lasciarci orfani, in balia degli eventi, lasciando che lo si cerchi dentro di essi o in un cattedrali costruite da mano di uomini o in un sepolcro vuoto.
Il Suo Spirito è invece racchiuso dentro il Kerygma, come ha fatto in modo analogo con la santa cena. Perciò il Kerygma, quando è autentico, “partorisce” il Signore. Ma se la fede deriva dall'ascolto, perché non tutti quelli che ascoltano credono? Paolo stesso nota mestamente "Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo" (Rm 10,16).

Nella realtà poi, alcuni non credono perché non hanno ascoltato l’annuncio o perché chi ha trasmesso loro l’annuncio lo ha deformato e svuotato con la sua incoerenza e assenza di fede vera, qui le responsabilità si diramano.
 
Ma noi occupiamoci di chi invece ha ricevuto un "buon annuncio" come coloro che lo ricevettero direttamente dagli apostoli.
 
La testimonianza storica che attesta la resurrezione, è quella degli apostoli (Atti 3,15), ma solo la testimonianza da sola non basta. Occorre che alla testimonianza esterna storica, si aggiunga quella interna dello Spirito Santo, che come dice Pietro, simile testimonianza, Dio non la nega ma la dona a coloro che “ si sottomettono a Lui ”, cioè a coloro che credono perché obbediscono e hanno un cuore umile per Dio. La fede è volontà di obbedire , di ascoltare perché essa stessa è obbedienza (Rm. 1,15). 

La chiave di volta è questa:
sapere se l’uomo è disposto a prestare obbedienza e rispetto a Dio che si rivela, a riconoscergli il diritto di essere Dio. E su questo terreno che avviene la separazione degli spiriti “in credenti e non credenti”. Il Kerygma di Cristo morto e risorto e costituito nostro Signore fu come un “uragano” all’inizio del Cristianesimo; aprì il terreno dei cuori nella prima semina evangelica.
 
 
 
Pastore Andrea Tanda

 
 
  Oggi abbiamo 16059 visitatori (25575 hits) (1Tim.1,15)Questa parola è sicura,che Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori,dei quali io sono il primo.  
 
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